CLINICA VETERINARIA "DEGLI ANGELI"

Dir.San. Dr. Maurizio Ritorto

albo PG n.776

Dr.ssa Simona Pettinelli

albo PG n.1187

 

Via Pietro Nenni, 8

06081, Santa Maria degli Angeli ASSISI (PG)

 

Orari di ricevimento:

Dal lunedì al venerdì

orario continuato

10.00-20.00

Sabato

10.00 - 13.00 

REPERIBILITA'

3488269437

 Tel. 075 8043034 

clinicaveterinariadegliangeli

@gmail.com

 

 

CLINICA VETERINARIA "DEGLI ANGELI" Dir. San. Dr. Maurizio Ritorto Dr.ssa Simona Pettinelli
CLINICA VETERINARIA "DEGLI ANGELI"                   Dir. San. Dr. Maurizio Ritorto              Dr.ssa Simona Pettinelli

Maggio è il mese dell'ipertensione felina, vi aspettiamo!

Misurare la pressione è semplice, veloce e assolutamente non doloroso.

E' consigliato far misurare la pressione nei gatti oltre i 7 anni almeno una volta all'anno.

Per una misurazione più accurata offriamo anche il servizio a domicilio!

                         Pulci, zecche & Co: affrontiamole insieme!!

 

Domenica 7 giugno 2015, dalle ore 18, vi aspettiamo presso la Clinica Veterinaria degli Angeli per

unincontro con buffet-aperitivo durante il quale si parlerà dei principali parassiti esterni dei nostri

amici animali.

L'evento sarà in collaborazione con CEVA, che offrirà ai partecipanti simpatici gadget.

ANGOLO BIMBI: disegna e gioca con noi.

 

 

Siete venuti in tanti e speriamo sia stata una serata piacevole. Per noi è stata una bella soddisfazione vedervi così numerosi, attenti e "pazienti"!!!! Un grazie di cuore a tutti voi, un grazie specale ad Alessandra Raichini e alla Ceva, speriamo di organizzare presto un nuovo evento e avervi di nuovo nostri ospiti!!!!!

GRAZIE GRAZIE E ANCORA GRAZIE!!!!

 

 

Trovate le foto dell'incontro nella galleria fotografica!

 

CUCCIOLANDIA!!

Sabato 04/10/2014, dalle 16:00 alle 17:00, presso la nostra clinica.

Educazione e comportamento: tutto quello che c'è da sapere. Incontro per fare due chiacchiere e mille domande con i medici veterinari della clinica.

Angolo bimbi: "disegna il tuo amico a 4 zampe".

A fine incontro merenda per tutti.

Rivolto a cuccioli fino ai 12 mesi di età.

Massimo 15 partecipanti. Partecipazione gratuita.

In collaborazione con Royal Canin che offrirà un omaggio a tutti.

Nel caso venisse superato il numero massimo di partecipanti l'evento verrà ripetuto in data da stabilire.

 

 

 

Non dimenticate: cura vermifuga per i vostri animali domestici

Gli esperti consigliano di sverminare cani e gatti ogni tre mesi. Quanto tempo è trascorso dall'ultimo trattamento vermifugo? Rivolgetevi a noi se desiderate una consulenza. Siamo a vostra disposizione.



 

LA FILARIOSI

La dirofilariosi (o più comunemente filariosi) è una malattia parassitaria che colpisce i nostri amici a 4 zampe, in particolar modo il cane, e sembrerebbe in misura sicuramente minore il gatto. 

La patologia consiste nello sviluppo, all’interno dei vasi sanguigni, di vermi piatti (Nematodi) che possono raggiungere anche i 30 cm di lunghezza e che colonizzano con gravi conseguenze cuore, polmoni e fegato, fino alla compromissione delle regolari funzioni cardiorespiratorie ed epatiche. 

 In Italia esistono due tipologie di questi Nematodi: Dirofilaria immitis (la più pericolosa) e Dirofilaria repens. 

 In forma larvale, i parassiti si localizzano in tutto il sistema circolatorio. Gli adulti di Dirofilaria repens si localizzano a livello sottocutaneo e provocanofilariosi cutanea,mentre gli adulti di Dirofilaria immitis si localizzano più frequentemente nelle arterie polmonari e nelle camere cardiache destre e nella vena cava caudale, dando luogo alla filariosi cardio-polmonare.

 Dirofilaria immitis è un parassita molto diffuso in Italia, soprattutto nella pianura padana, dove è stato scoperto la prima volta nel 1626.

 La diffusione sul territorio nazionale è maggiore in alcune regioni Italiane e sono quelle che si affacciano sulla pianura padana e la Toscana, ma negli ultimi anni un numero crescente di casi si osserva anche in Umbria, Marche, Sardegna e Liguria. 

  I dati epidemiologici odierni confermano oramai che l’incidenza della filariosi è sicuramente in aumento in aumento, con una diffusione in aree fino ad ora ritenute indenni.

 Vari studi scientifici portano a considerare aree endemiche il Piemonte, la Lombardia, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e l’Emilia Romagna.

 Occorre, tuttavia, ricordare che sono a rischio infezione non solo i cani che risiedono nelle suddette aree, ma tutti i cani che transitano in zone con presenza di Dirofilaria immitis.

 

COME  SI  TRASMETTE

Per trasmettere la filariosi da un cane malato ad un cane sano, basta una puntura di zanzara. 

 Tra i fattori principali alla base dello sviluppo della filariosi  la diffusione di zanzare quali la zanzara tigre, capace di colonizzare i centri abitati e di abitudini diurne.

 Un altro vettore è la zanzara Culex Pipiens, che ha un apparato digerente che la protegge dalle micro filarie, permettendone una diffusione più duratura nel tempo (altre zanzare, invece, una volta morso un cane infetto, muoiono dopo 1-2 giorni). Come per tutti i nematodi, il ciclo vitale delle filarie prevede 5 stadi di sviluppo larvale, nell'ospite definitivo vertebrato e nell'ospite intermedio (vettore) artropode. Le femmine adulte producono migliaia di forme larvali al I stadio, dette microfilarie, che vengono ingerite dall'insetto vettore. Alcune microfilarie si trovano nel circolo dell'ospite vertebrato in massima concentrazione una volta al dì, nel momento in cui abitualmente l'insetto vettore ematofago si nutre. Le microfilarie passano due stadi di sviluppo nel vettore. La larva al III stadio viene inoculata di nuovo dal vettore nell'ospite vertebrato definitivo, durante il suo pasto di sangue. La larva passa altri due stadi di sviluppo prima di diventare adulta e raggiungere la sua localizzazione definitiva.

 

PREVENZIONE E TERAPIA

Per  fortuna da tempo oramai esiste la possibilità sia di prevenire in maniera assolutamente efficace la malattia attraverso degli ausili diagnostici che ci permettono di verificare in maniera sicura che il nostro amico a 4 zampe non abbia contratto il parassita. Nel caso in cui l'animale sia negativo all'infestazione ci sono dei presidi farmacologici che ci permettono di proteggerlo dal contagio: si può infatti somministrare  tramite inoculazione sottocutanea  un farmaco efficace per un anno oppure un farmaco in compresse che però deve essere cadenzato con precisione ogni trenta giorni. Sempre consigliato, vista la natura dei vettori, la disinfestazione degli ambienti e l’utilizzo di repellenti nei periodi stagionali(ormai molto più dilatati nel tempo)  in cui c’è la presenza dei vettori di malattia.

Nel caso invece di presenza di filarie adulte già presenti nei distretti degli organi prima citati e quindi di mallattia, esiste un trattamento risolutivo sia farmacologico che chirurgico, entrambi efficaci

 

Da una ricerca condotta su un campione di proprietari di cani residenti in zone considerate a rischio filariosi cardio polmonare, è risultato che solo il 35% attua una forma di prevenzione completa.

 Molti si affidano alle compresse, ma non portano a termine la prevenzione, molti non fanno nulla in quanto sottovalutano il rischio connesso a questa gravissima malattia

 



 

 

 

LA LEISHMANIOSI

 

La leishmaniosi è una malattia sostenuta da parassiti appartenenti ai protozoi. L'agente principale della leishmaniosi nelle aree mediterranee è la Leishmania infantum un parassita in grado di colpire soprattutto il cane, ma spesso anche gli esseri umani.

La leishmaniosi viene veicolata in Europa dalla puntura del Phlebotomus papatasi, comunemente chiamato pappatacio, insetto simile alla zanzara, mentre nel nuovo mondo è trasmessa da flebotomi del genere Lutzomyia. Il pappatacio colpisce principalmente da Maggio ad Ottobre e preferibilmente dal tramonto all’alba. È presente in tutto il mondo, tranne, a quanto pare, in Australia, ma principalmente si trova in aree vicino al mare o nelle zone tropicali.

Le numerose segnalazioni degli ultimi anni di casi di leishmaniosi canina provenienti da aree tradizionalmente ritenute indenni, debbono portare alla conclusione che - in pratica - non esistono zone, comunemente abitate, che possano essere considerate completamente sicure. Infatti se fino al 1989 il Nord Italia era considerato praticamente indenne dalla leishmaniosi canina, oggi esistono dei focolai accertati in Veneto Emilia Romagna e Piemonte ed altri in Trentino e Lombardia(Natale, 2004), oltre un possibile focus instabile addirittura in Valle d’Aosta: in quest'area montuosa non erano mai stati segnalati flebotomi in precedenti stazioni di cattura. In queste aree la colonizzazione può essere avvenuta spontaneamente dalle zone costiere o in seguito agli aumentati movimenti di persone dalle aree mediterranee in cui abbondano i flebotomi. In base ad analogie climatiche e caratteristiche ambientali si può anche prevedere che la diffusione della malattia s'estenderà nel prossimo futuro ad altre zone dell'Europa Centrale.

Questa malattia colpisce il cane punto dall'insetto infetto e porta a sintomi piuttosto gravi. Un cane risultato positivo al test può tuttavia vivere per molto tempo prima di manifestare sintomi ma può comunque diffondere la malattia. La leishmaniosi, inoltre, è un'antropo-zoonosi, cioè una malattia trasmissibile, in alcune particolari condizioni, anche all'uomo.
Molto importante è tenere presente che la leishmania non viene trasmessa 
direttamente da cane a cane o da cane a persona: il protozoo infatti, per diventare infettante, deve prima compiere nel flebotomo una parte del proprio ciclo biologico. La vicinanza o il possesso di un cane infetto comportano dunque un rischio epidemiologico per l'uomo del tutto risibile, visto che in una zona endemica saranno molti milioni i pappataci infetti potenzialmente in grado di pungere.

La leishmaniosi può manifestarsi con una serie di sintomi che possono presentarsi assieme o singolarmente. Alcuni animali possono presentare prevalentemente la sintomatologia cutanea della malattia, in altri vengono colpiti gli organi interni, altri ancora manifestano sintomi di entrambi i tipi. La sintomatologia e i segni clinici possono pertanto essere, nei casi non conclamati, multiformi e talvolta difficili da inquadrare.

La sintomatologia "classica" della leishmaniosi comprende:

§  Dermatite secca esfoliativa tipo forfora

§  Perdita di peso in modo più o meno rapido.

§  Alopecia ovvero perdita di pelo intorno agli occhi, sulle zampe, sul dorso.

§  Lesion ialle orecchie le quali perdono pelo e manifestano vere e proprie ulcere sanguinolente.

§  Perdita di sangue dal naso (epistassi) dovuta a ulcere nella mucosa orale, in cui sono presenti i parassiti.

§  Crescita accelerata delle unghie (onicogrifosi)

a carico della pelle si può talora osservare una dermatite esfoliativa con forfora.

§  Dolori articolari : il cane se ne sta spesso immobile in piedi, tenendo la testa bassa per cercare sollievo.

§  lesioni oculari, dovute a una uveite e iridociclite

§  A livello viscerale si riscontrano danni renali, in correlazione ai quali compaiono, col procedere della malattia nei successivi gradi di disfunzione renale: poliuria, polidipsia,anoressia, vomito, diarrea, ulcere orali, sino a segni neurologici e coma uremico.

 

DIAGNOSI

La diagnosi viene effettuata sul sangue, urine, su prelievi citologici da linfonodi,midollo osseo e milza. Il sangue viene valutato quali-quantitativamente nelle sue componenti cellulari (esame emocromocitometrico), in quelle proteine plasmatiche (elettroforesi) e dal punto di vista immunologico, alla ricerca degli anticorpi indicanti il contatto col parassita (immunofluorescenza) o del parassita stesso (PCR); dall'esame del siero si ricavano informazioni sulla funzionalità degli organi interni, specie fegato e reni..

L’urina dà informazioni sulla funzionalità renale, valutandone il peso specifico, il contenuto in proteine, le cellule presenti.

Sul midollo osseo, milza ed i linfonodi si ricerca la presenza del parassita tramite esame microscopico e PCR.

TERAPIA

I protocolli terapeutici sono oggetto di continui studi e verifiche di efficacia ed attualmente alcuni soggetti possono guarire. Cani che reagiscono molto bene alla cura possono continuare a vivere anni senza più manifestare i sintomi ed alcuni possono negativizzarsi sierologicamente. Tuttavia sono possibili delle recidive e per questo motivo in genere si effettuano esami di laboratorio periodici. I farmaci che hanno maggior successo sono quelli a base di antimoniali, come l'antimoniato di metil-glucamina, che è considerata la terapia d'elezione in associazione con un altro farmaco, l'allopurinolo,. Inoltre la miltefosina, un farmaco usato da anni in medicina umana come chemioterapico, ha mostrato un'efficacia sovrapponibile a quella dell'antimoniato di metil-glucamina. La miltefosina viene somministrata per via orale nel cibo, al contrario l'antimoniato di metil-glucamina deve essere somministrato per via parenterale,prevalentemente sottocutanea. Numerosi sono i casi di negativizzazione del parassita (leishmanie) con gli attuali protocolli di cura (glucantime-allopurinolo e\0 milteforan-allopurinolo), ma ciò non rende purtroppo l'animale esente da un eventuale ricontagio o reinfestazione.

PROFILASSI

La profilassi per il cane rivolta alla protezione dagli insetti, avviene tramite l'applicazione sull'animale di prodotti repellenti (in genere piretroidi naturali o sintetici come la deltametrina e la permetrina), contenuti in collari o fiale spot-on da applicare sulla cute, che hanno dimostrato in test e ricerche scientifiche un potere antifeeding sul flebotomo, ospite intermedio.

Poiché il flebotomo vive tra l'erba e colpisce soprattutto di notte, è meglio non far dormire il cane in giardino almeno nelle aree geografiche più colpite dalla malattia. La lotta ai flebotomi può essere condotta principalmente attraverso due tipi d'intervento: il primo prevede misure di protezione contro la puntura dei flebotomi; il secondo, teso a ridurre significativamente la densità di questi insetti, implica l'uso di insetticidi e/o operazioni di bonifica ambientale atte ad eliminare le cause favorenti il loro sviluppo larvale, in particolare in aree urbane e peri-urbane. Misure da prendere per la protezione individuale e collettiva in zone endemiche per leishmaniosi, oltre l'uso di repellenti, sono l'utilizzo di zanzariere a maglie molto fitte applicate a finestre e porte e l'evitare di soggiornare all'aperto durante le ore notturne nella stagione calda.

Nell'aprile 2012 è entrato in commercio in Italia un vaccino per la leishmaniosi canina. La prima vaccinazione va eseguita su cani di almeno 6 mesi di età, dopo l'esecuzione di un test rapido per accertare che il cane non sia sieropositivo alla malattia e, in caso di negatività, comprende 3 inoculazioni di vaccino distanziate 3 settimane l'una dall'altra. Fatto ciò si procede come per tutte le altre vaccinazioni con un richiamo annuale.

 

 

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